11 proposte politiche per salvare i nuovi centri culturali

Il testo che state per leggere è una parte del risultato del percorso della prima tappa de laGuida, il Festival Itinerante dei nuovi centri culturali di cheFare.  Si tratta di 11 proposte per politiche locali e nazionali per i nuovi centri culturali che porteremo sui principali tavoli di revisione politica. Puoi leggere l’approfondimento completo qui, e puoi consultare in fondo a questo articolo un indice tematico.

Come esito di un lavoro sul campo durato anni – svolto attraverso progetti curatoriali, editoriali, di accompagnamento e di ricerca che hanno visto il coinvolgimento di centinaia di operatori, istituzioni culturali, università, centri di ricerca, ricercatori e policy maker – e come punto di arrivo del percorso della prima tappa de laGuida – svoltasi da giugno a ottobre 2020 – cheFare ha sintetizzato le seguenti 11 raccomandazioni per politiche specifiche relative ai nuovi centri culturali.

1 – Costruire misure di sostegno sia in ottica di sopravvivenza che di consolidamento. Tenendo conto della grandissima varietà di situazioni e contesti, gli strumenti dovranno necessariamente essere variegati ed articolati; tra gli altri: convenzioni; contributi per l’affitto o l’acquisto di spazi; contributi per l’acquisto di macchinari; detassazioni o riduzioni parziali delle tassazioni; agevolazioni per la stabilizzazione del personale.

2 – Favorire la nascita di percorsi di accompagnamento e formazione per i nuovi centri culturali e per le organizzazioni che operano al loro interno, mirati alla costruzione di nuove competenze strategiche, teoriche e pratiche; al trasferimento delle competenze sui territori; alla circolazione di competenze tra territori diversi in Italia e all’estero.

3 – Investire sulla qualità della produzione artistica e culturale attraverso progetti specifici di produzione e circuitazione di opere e percorsi di finanziamento della direzione artistica e della curatela.

4 – Incentivare la visibilità mediatica ed editoriale della realtà dei nuovi centri culturali, favorendo la nascita di percorsi dedicati presso i nuovi media così come quelli tradizionali.

5 – Favorire la nascita di reti di secondo livello e il consolidamento di quelle esistenti, coinvolgendo parallelamente istituzioni come fondazioni, centri studi, università in percorsi di emersione, studio ed advocacy.

6 – Per quello che riguarda lo studio del fenomeno, è cruciale attivare percorsi di sistematizzazione della grande mole di ricerche condotte finora in modo frammentario, in modo da produrre quadri esaustivi sia degli elementi quantitativi che caratterizzano il panorama nazionale dei nuovi centri culturali che degli impatti di medio e lungo periodo che possono avere sui territori.

È importante trovare forme di integrazione tra le politiche locali e regionali esistenti, nell’ottica della costruzione di politiche nazionali di sistema.

7 – È necessario dedicare un’attenzione particolare alle forme di apprendimento nella pubblica amministrazione che i nuovi centri culturali attivano sui territori, alla loro emersione da forme di sapere tacito a forme di sapere esplicito, al consolidamento ed alla circuitazione di questi saperi.

8 – È importante trovare forme di integrazione tra le politiche locali e regionali esistenti, nell’ottica della costruzione di politiche nazionali di sistema.

9 – Pur nel rispetto delle specificità di ognuno, è necessario considerare i nuovi centri culturali come parte integrante degli ecosistemi culturali dei territori, facilitando e sostenendo di conseguenza percorsi di integrazione, circuitazione e valorizzazione con le infrastrutture culturali pubbliche e private tradizionalmente intese: musei, biblioteche, archivi, etc.

10 – È necessario identificare misure specifiche che sostengano progettualmente forme di partecipazione sui territori, articolando rapporti tra nuovi centri culturali, pubbliche amministrazioni, organizzazioni emergenti e istituzioni tradizionali.

11 – È indispensabile approfondire ed ampliare vocabolari teorici ed operativi comuni, in grado di restituire la complessità dell’esistente. Le categorie oggi utilizzate – nuovi centri culturali, centri culturali indipendenti, centri di aggregazione civica, case del quartiere, community hub, creative labs, etc – si riferiscono a tipologie di luoghi variegati che riguardano processi, forme di attivazione  di contaminazione, impatti e strutture di finanziamento auspicabili anche molto diverse.

Questo testo  è una parte del risultato del percorso della prima tappa de laGuida, il Festival Itinerante dei nuovi centri culturali di cheFare. Si tratta di 11 proposte per politiche locali e nazionali per i nuovi centri culturali che porteremo sui principali tavoli di revisione politica. Puoi leggere l’approfondimento completo qui, e puoi consultare qui sotto il suo indice tematico.

 

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