Rifare proprio un giornale. quiSalento riparte dalla redazione

La nascita di un giornale è sempre un lieto evento. Una voce inedita, una ventata di freschezza, energia nuova. Ma quando un giornale torna in edicola, allora, in tempi di informazione on-line e riviste morenti, siamo vicini al miracolo. Tutto cambia.

L’entusiasmo si accompagna alle aspettative, di chi legge e di chi scrive. All’energia si accompagna quella paura tutta particolare del ritorno sulle scene. Tra le mani, ci si ritrova un oggetto da maneggiare con attenzione, come qualcosa che si è rotto e poi è stato riparato con cura.

quiSalento nasce nel 2001 in un piccolo ufficio poco lontano dal centro storico di Lecce, dall’intuizione di due giornalisti salentini e dalla voglia di raccontare un territorio che allora si stava appena affacciando al turismo con una prospettiva diversa da quella dei quotidiani e dei fatti di cronaca. Un’intuizione cresciuta nel tempo, con un lavoro capillare, fatto di contatti umani, scambi, telefonate, relazioni costruite giorno dopo giorno con i tanti protagonisti della vita culturale salentina: i comitati feste, le associazioni di trekking, gli organizzatori delle sagre, chiamati puntualmente al telefono ogni mese. E poi gli artigiani che ci hanno accolto e aperto le porte delle loro botteghe, narrandoci storie di famiglia, servendoci il caffè tra un presepe di cartapesta e un bicchiere di mirto fatto in casa. O ancora, le guide e i tanti salentini che ci hanno fatto scoprire angoli del proprio paese, una corte, il retro di una sacrestia dove si conserva un affresco, chiese rupestri quasi inaccessibili. Un modo di raccontare, improntato al più meticoloso dei fact-checking, che è diventato il biglietto da visita del giornale, la sua presentazione migliore, un punto di riferimento per i lettori. Come un marchio di affidabilità: “se lo dice quiSalento, allora è vero”.

Dopo 17 anni in edicola, per logiche interne alla direzione, quiSalento ha interrotto le pubblicazioni nel dicembre del 2017, licenziando i suoi dipendenti. Sono seguiti quattro mesi di incertezze, buio, confusione. Nascosto e messo a tacere dalla rassegnazione al destino comune della carta stampata, prendeva forma un sentimento di ingiustizia, ma soprattutto la voglia di fare rete, di far rinascere il giornale e diventarne gli artefici. In fondo, chi avrebbe potuto farlo meglio di chi lo faceva già da vent’anni? A gonfiare le vele, anche l’incoraggiamento dei lettori. Nell’ufficio, ormai quasi vuoto, continuavano ad arrivare le telefonate e le e-mail: “Ma che è successo? Perché non siete più in edicola? Ma non è che vi hanno licenziato?”, e ancora, “E io come posso aiutarvi?”. Sono stati quattro lunghissimi mesi in cui l’idea di riprendere in mano il giornale è nata timidamente, quasi a bassa voce. Forse tutti insieme lo pensavamo talmente forte, che ci venne naturale farlo.

La forma della cooperativa è venuta quasi da sé, con l’aiuto prezioso della Legacoop Puglia, di Pasquale Ferrante e di Carmelo Rollo, che ci hanno accolti, consigliati e incoraggiati ad andare avanti e a prenderci quello che forse, dopo quasi vent’anni, ci spettava di diritto. Alzare la testa e fare fronte a quello che doveva essere un naturale passaggio di consegne tra due generazioni che si sono avvicendate l’una dopo l’altra, e invece è stata una controversa compravendita, con l’investimento personale di risorse, tempo, impegno, energia, dei sei attuali dipendenti del giornale.

Tra di loro ci sono anche io. Ho cominciato a lavorare per quiSalento quando avevo 18 anni, affacciandomi in punta di piedi con il “desiderio di scrivere”. Con il tempo, la redazione è diventata la mia famiglia, il luogo dove ho imparato a scrivere “in trincea”, come ci piace dire, con il telefono che suona, il subbuglio dell’ufficio, le voci, le idee. Il luogo dove ho imparato semplicemente a scrivere, a non avere paura della pagina bianca e a farmi forse le giuste domande. Dopo c’è stata la laurea, Parigi, arrivi, partenze, direzioni, tante e tutte diverse, e poi, il ritorno. A volte la mia scrivania, questo primo ufficio tutto mio, mi sembra la chiusura di un ciclo. Come se tutto quello che è venuto prima, tutte le partenze, tutte le terre straniere, fosse accaduto solo per tornare qui, a raccontare il posto in cui sono nata.

Éspera, la nostra società cooperativa, è nata a gennaio del 2018. E per tutti noi, questo non è stato solo un modo per rimettersi in gioco e continuare a lavorare. Fare cooperativa, sentirsi ed essere tutti uguali, è anche rendersi conto che non esiste una sola strada per lavorare insieme, non devono esserci per forza gerarchie, permessi da chiedere, subordinazione. quiSalento è una cooperativa, perché noi ci sentiamo cooperativa.

“Sono arrivata nella redazione di quiSalento quando avevo 26 anni”, racconta Cinzia Dilauro, attuale direttrice editoriale, “oggi ne ho 44. Ricordo benissimo il giorno in cui, lavorando al primo numero, ci chiedemmo ‘come lo chiamiamo?’.

Praticamente un figlio, una parte di me che è stata soppressa, con il licenziamento e la chiusura del giornale. Uscivo da quelle stanze, che per me erano diventate casa, con la classica scatola di cartone in braccio”.

“Se solo fosse mio… ammetto di averlo pensato spesso. E insieme al giornale, immaginavo anche la mia redazione ideale. E oggi eccola qui, quasi tutta, perché mi piacerebbe un giorno richiamare quei ragazzi che ho visto crescere tra quelle scrivanie e andar via a disperdere talento in lavori mortificanti”, continua Cinzia, “ci siamo ritrovati in cooperativa, da subito con spirito di cooperativa nel senso etico della definizione, del lavoro, della condivisione. Il tavolo della stanza dove ci riuniamo è lo stesso intorno al quale sediamo tutti a pranzo”.

Le prime decisioni da prendere, il carattere da utilizzare, l’impaginazione, le linee editoriali per la copertina, ci hanno dato una strana vertigine, paura, all’inizio forse, ed eccitazione, nello scoprire che sapevamo già fare tutto, occorreva solo scegliere una direzione. “Credo fosse l’effetto della libertà, quella vera, quella alla quale non solo non eravamo abituati ma che non avevamo mai neanche anelato”, dice Cinzia, “la sfida non è solo fare un bel giornale, ma anche fare questo giornale in un modo altro, dimostrare che non c’è bisogno di arroccarsi in una torre di cultura, spesso autoreferenziale, per diventare un punto di riferimento, ma è necessario uscire, ascoltare e interagire per essere in grado di raccontare il territorio”.

La nostra redazione oggi è alle porte della città, nel quartiere Leuca-Ferrovia, protagonista da qualche anno di un attivo progetto di riqualificazione urbana. Ci sono una cucina, un bagno con la doccia, una sala da pranzo con un divano letto, dove a volte ci si appisola o si guardano i cartoni animati durante le nottate passate a correggere le bozze. C’è anche una corte con i fiori e un tavolino. Sulla stessa strada, è in costruzione il Parco delle Cave e in fermento il laboratorio urbano della Masseria Tagliatelle. C’è sempre fresco, anche in estate, e quando le finestre sono aperte, arrivano il fischio della locomotiva e gli annunci dei treni in partenza.

quiSalento è tornato in edicola lo scorso maggio, con un’accoglienza e un entusiasmo fortissimi, che ci ha lasciato sorpresi.

C’è stato chi ci portava i fiori freschi in redazione, chi veniva a trovarci con un vassoio di pasticciotti appena sfornati. Chi ci ha aiutato a montare le tende, a costruire una panchina con quattro assi di legno. Perfino i mobili, le scrivanie e i tavoli dell’ufficio sono stati regalati. Appena abbiamo pubblicato il nuovo numero di telefono, sono arrivate le chiamate degli abbonati, impazienti di ritrovarci. Anche gli addetti alle spedizioni delle Poste ci hanno abbracciato quando ci hanno visto arrivare con il carico di giornali da spedire.

Ci abbiamo creduto e ci crediamo ancora. Non al valore in sé della carta stampata. Ma alla necessità di raccontare il Salento, con precisione e passione. Al nostro modo di narrarlo. Diventare editori ha cambiato le nostre prospettive. Significa entrare nel regno del possibile, della realizzazione concreta di idee che prima erano state messe al bando. Sono nate nuove rubriche, una interamente dedicata ai racconti, suggerita dai lettori e dai nostri tanti, tantissimi, collaboratori. L’altra, la prima riservata esclusivamente al web, per dare voce a chi racconta il Salento usando l’obiettivo di un telefono o le storie di Instagram o ancora le note di Facebook. quiSalento, rivista nata su carta, è approdata timidamente on-line e oggi stiamo lavorando attivamente al sito, per anni “relegato” al ruolo di mera vetrina del cartaceo, con nuove rubriche, pagine social più animate e la conseguente apertura ai lettori attraverso la condivisione di contenuti del giornale e di molte delle notizie che, a causa della periodicità, non trovavano spazio su carta.

Resistere è stato l’imperativo principale, ma soprattutto reinventarsi, in un momento storico in cui anche la stampa nazionale ha difficoltà in edicola e internet è il veicolo principale delle informazioni anche a livello locale. Allora, abbiamo deciso di uscire dai confini del nostro giornale e aprirci verso l’esterno, in tutti i sensi. In redazione, nascono sinergie, alleanze, cambiamenti. Il campanello squilla una decina di volte al giorno e dietro la porta ci sono nuove idee, proposte, o a volte semplicemente amici che passano per un saluto o un caffè, perché “si sta bene qui da voi”.

“In questi 20 anni, o giù di lì, il territorio è molto cambiato, com’è cambiato il modo di raccontarlo, il ruolo, il numero, gli strumenti di chi lo racconta”, interviene Dario Quarta, direttore responsabile di quiSalento, “la svolta globale nel mondo della comunicazione, i social e, scendendo nel particolare, i tanti riflettori puntati sul Salento, hanno reso necessario qualche cambio di rotta nel nostro periodico. Pur mantenendo l’ossatura della rivista originaria, ‘piccola’ e locale, ma che nel corso degli anni ha avuto un impatto non indifferente su quella che è stata l’offerta turistica e culturale della terra salentina”.

Un cambio di rotta sopraggiunto dopo la svolta societaria, dopo la sosta forzata e il ritorno nelle edicole, fortemente voluto, non solo da chi quiSalento lo fa, ma anche da chi lo legge. “Si è reso necessario rivedere alcuni aspetti, innanzitutto la veste grafica. C’è stata poi una netta apertura del giornale, necessaria anche questa, logica conseguenza dell’involuzione di ruolo e numeri delle edicole, e della necessità di nuovi lettori da intercettare”.

È proprio questa la sfida, soprattutto in una terra che, nonostante il fermento di chi ci abita, e non solo di chi ci viene in vacanza, nonostante resti attiva tutto l’anno, con iniziative culturali, festival, appuntamenti gastronomici e ricche stagioni teatrali, non riesce ancora a familiarizzare con i flussi del “turismo destagionalizzato”. Raccontare il Salento, trovare strumenti narrativi altri, continuare a tendere l’orecchio, a camminare lentamente, affacciarsi nelle corti, ascoltare e trasmettere storie e saperi, scoprire e narrare la meraviglia.


quiSalento, mensile di eventi, turismo, cultura, tradizioni e attualità, è tornato in edicola a maggio 2018, edito dalla cooperativa Éspera, formata da Dario Quarta, Cinzia Dilauro, Dora Dilauro, Marta Solazzo, Valeria Nicoletti e Matteo Tangolo.