Welfare di comunità e persona: la proposta di legge sui budget di salute

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La RetePer un Nuovo Welfare, nata ad aprile 2020, è compostada oltre settanta soggetti nazionali.Promossa da Angelo Righettie da Angelo Moretti, la Rete ha emanato l’ “Appello della società civileper un nuovo welfare a misura di tutte le persone e di tutti i territori”in cui il “nuovo welfare”è stato declinato in sette position papers pubblicati nell’I-book “Per un nuovo welfare” (www.perunnuovowelfare.it)edito da VITA.Nella Legge di conversione del Decreto Rilancio, inserito come articolo1, comma4-bis,anche grazie alla spinta mediatica e di advocacy di “Per un Nuovo Welfare”,il Budget di Salute è entratonella tutela legislativa italiana riconosciuto come “strumento innovativo”.Ma non basta.Adesso “Per un Nuovo Welfare” dialoga con la Commissione “Affari sociali” della Camera dei Deputati per proporrealcuni importanti emendamenti nel testo della Proposta di Legge “Introduzione sperimentale del metodo del budget di salute per la realizzazione di progetti terapeutici riabilitativi personalizzati”, a partire dal concetto di “sperimentazione”: dopo venti anni di applicazione del Metodo dei Budget di Salute in diverse regioni d’Italia, sarebbe opportuno adesso parlare finalmente di “innovazione sociale”.

Roma, 30 novembre2020 –Uscire dalla cosiddetta “fase sperimentale” dei Budget di Salute e riconoscereil metodo dei Progetti Terapeutici Riabilitativi Individualizzati con Budget di Salute quale strumento di community welfare, di una comunità che “si fa” welfaregenerando innovazione sociale a partire dalle persone fragili.Nell’incontro online che si svolgerà il 30 novembre 2020, la Rete “Per un Nuovo Welfare” porterà all’attenzione dell’On.le Celeste D’Arrando, prima firmatariadella Proposta di Legge sui Budget di Salute, e dell’On.le Elena Carnevali, entrambe componenti della XII Commissione Affari socialidella Camera dei Deputati, alcuni punti che ritiene fondamentaliper la buona riuscita del metodo:1)Non parlare più di sperimentazione, ma di innovazione sociale, trattandosi di un metodo già diffuso da venti anni in diverse regioni di Italia2)Riconoscere un giusto protagonismo ai Comuni per evitare che una prima forma di adesione volontaria al metodopossa escludereanche piccoli comuni virtuosi che intendano innovare le forme della presa in carico3)Inserire dei precisi protocolli valutativi sulla base degli ICF(International Classification of functioning, disability and health