Who’s Art For? un progetto a sostegno dei nuovi modelli organizzativi contro il precariato culturale

Questo articolo è stato originariamente pubblicato su Ag Cult. Clicca il pulsante in basso per leggere il testo completo.

Il sistema dei lavoratori e delle lavoratrici dell’arte contemporanea, nella sua pulviscolare costituzione, versa in condizioni di estrema difficoltà. L’emergenza Covid-19 ha scoperchiato il vaso di Pandora, mettendo in luce fragilità strutturali del settore.

Artisti, artiste, curatori, curatrici, operatori e operatrici culturali dai regimi fiscali più diversi vedono le loro già precarie condizioni professionali sull’orlo del collasso: sono collaboratori occasionali, codici ATECO Altre creazioni artistiche e letterarie, lavoratori ombra che progettano e realizzano mostre, pubblicazioni, festival, performance, concerti, convegni, scrivono d’arte, a volte associati in organizzazioni culturali indipendenti, costellazioni fragili in diaspora. Un universo puntiforme di intelligenze, generatore di forme e di forze, di soggetti finora poco avvezzi all’aggregazione sindacale, prestatori di lavoro intellettuale quasi mai riconosciuto, soprattutto in Italia. In questo momento di emergenza, in molti hanno deciso di recuperare il tempo perduto, organizzandosi fra pari, cercando di tracciare proposte per la gestione di questo periodo di crisi economica e sociale.