Dove c’è cultura, c’è resistenza: la solidarietà per i luoghi a rischio chiusura

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La pandemia ha spento tanto e anche la musica, mettendo a dura prova la resistenza dei presidi culturali. Che sia per le spese che continuano a esserci nonostante siano vuoti o, come per lo SPAZIO211 di Torino, svaligiato dai ladri che hanno approfittato del silenzio del lockdown, sono molte le difficoltà degli storici luoghi della cultura. Non sono solo locali, sia chiaro, e non stiamo parlando di puro intrattenimento. Sono coloro che non si sono arresi a playlist di sottofondo e credono nell’arte originale. Angoli dove trascorrervi anche solo un pomeriggio è un’esperienza. Che hanno il duplice compito di rifugio e di vivaio per quei giovani che ammirano il palco ma non sanno da che parte andare per arrivarci.

È proprio la loro presenza chiave sul territorio, quell’essere una fuga dalla quotidianità per tutti, presenti spettatori e futuri artisti, che ancora una volta li premia. Perché, come ripetono decine e decine di commenti nelle varie campagne di raccolte fondi “non vi lasceremo soli”. E più che una promessa sa di avvertimento. Come sta succedendo. Con migliaia di persone che stanno abbattendo la distanza imposta dal momento di emergenza. E quella sociale che inizia a essere temuta. Unendo le forze per esserci: vicini, seppur lontani, in attesa di ripartire insieme e pronti a farlo già ora con un piccolo aiuto, che sia emotivo o economico.

Foto: Club Futuro